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DOCUMENTARE RACCONTARE
Costruisco la mia opera pensandola come un documento di qualcosa che sta accadendo nel mondo. E' qualcosa che coinvolge la nostra percezione fisica e visiva ed è questo il mio interesse. E' un racconto che diventa un grande manufatto perchè la mia intenzione di artista è quella di rendere visibili e concrete le situazioni di questi ambienti urbani. Riempio le mie valige di tessuti di materiali e colori diversi che scelgo con cura prima di partire. Sono i colori che uso come supporto del mio documento. Questi materiali riguardano la immaginazione che ho dei luoghi in cui andrò a vivere per fare il mio lavoro. Successivamente non è escluso che aggiungo tessuti diversi. E'successo in Vietnam in cui ho deciso di lavorare molto di più sul supporto che sull'intervento pittorico successivo. Qui ho cucito in mezzo alle parti colorate alcune strisce di tessuto tradizionale del luogo. Esse sono stampate con una procedura simile alla stampa batik e con l' uso di un colore naturale che è l' indaco. Le ho inserite usando suture di colori acidi e plastificati che creano anch'essi quell'attrito visivo in cui continuamente ci si imbatte a Ho Chi Minh City che nel suo primo strato è comunque ancora Saigon. I racconti che imprimo in alcune parti del mio lavoro consistono nell'inserimento di piccoli reperti che raccolgo per le strade. Essi sono tappi di plastica che spesso sono uguali in diverse parti del mondo. Sono i tappi dell' acqua minerale che ormai passano inosservati in mezzo a tutta la plastica che invade la terra ma che sono ovunque. Ma son anche etichette e involucri timbrati dalle catene dei brand mondiali. In Mondo si 2 S.Paolo ho inserito una carta che copriva un'brigadero' e che aveva il logo di Starbucks. Il brigadero è un tipico pasticcino fatto di cacao che in Brasile si usa molto ed è quindi una particolarità del luogo.
E' importante per me ribadire che nella mia opera non c'è nessuna intenzione di rispettare i colori tradizionali o simbolici attraverso i quali una città o un luogo vengano ricordati o identificati. Quando vivo in queste città non desidero conoscere dati diversi dalla contemporanea immagine che esse hanno.
I miei interventi pittorici si verificano solo dopo che la mia superficie è assemblata dalle cuciture e completa di reperti o meno.
Dipingo dopo avere disegnato su tutta l'area totale. In questa fase cerco di comporre linee e forme che descrivano gli spazi urbani come ritmo ma anche disegnando la geometria di strutture esistenti che siano particolari architetture o punti di riferimento nella città. Nella scelta delle mie destinazioni a parte le motivazioni diverse, non rispetto l'importanza geografica delle capitali ne una qualsiasi cronologia di percorso. E' una scelta in coerenza con la intenzione di porre attenzione sul tema della globalizzazione. Le mie città sono campioni estratti dal mondo. Costruiti come diorami durante il tempo della mia vita sul posto. La mia prossima tappa sarà Madrid e il mio Mondo si 4 sarà la prima città europea. Vorrei andare a New York, a Tokyo. In una città dell'Australia, in Cina e a Mosca. Non mancheranno Roma e Milano. Una città del nord e......conto di finire la prima parte della mia documentazione nel 2020.
ALESSANDRA BISI
MONDO SI 0TTOBRE 2017
Mondo si
PARTI DEL TESTO SCRITTO DAL CRITICO Giorgio Fedeli
Il Mondo che non c'è: la Pangea artistica di Alessandra Bisi
"L'artista si caletta dunque su quanto stiamo perdendo delle nostre identità costituenti come singoli individui ed esseri umani,come cittadini e popolo di una nazione,infine come preziose singolarità cognitiva,affettive,relazionali ed espressive."l